GIORNI

11

HIGH POINT

890 Mt

TREKKER

Pietro Ienca
Luigi Chiurchi

Fuori dal tempo e dallo spazio

Gli arcipelaghi, nell’arco degli ultimi anni, hanno rappresentato un elemento ricorrente delle nostre spedizioni. Canarie, Sao Tomé e Prìncipe, le Eolie. Nomi che rimandano ad un immaginario fatto di natura e paesaggi silenziosi, lunghi orizzonti seguendo la linea dei mari, sentieri solcati dal tempo e dal vento. A tal riguardo, il nostro ultimo viaggio ci ha condotti per 11 giorni in luoghi speciali. Non in un arcipelago in sè, ma addirittura in un complesso di arcipelaghi, composto da 5 grandi gruppi di terre emerse. Senza tema di smentite, si tratta di uno degli ultimi Eden terrestri rimasti: le isole di Tahiti.

Partiamo da alcuni nomi e da alcuni numeri, che ci aiutano a comprendere le prime coordinate. Isole della Società (distinte a loro volta in Isole del Vento e Isole Sottovento), Isole Marchesi, Isole Australi, Isole Gambier e Isole Tuamotu. Tutte insieme compongono una collana di 118 isole, meglio note come Polinesia Francese. Gli atolli sono distribuiti su una distanza così ampia da comprendere tre fusi orari differenti.

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Cosa ci ha colpito di più?

L’obiettivo di questo viaggio era provare a respirare l’anima più autentica delle isole di Tahiti. Non un affare semplice, dal momento che rappresentano alcune delle mete turistiche più ambite di tutta l’area oceanica. Nell’arco dei secoli hanno conosciuto il passaggio di esploratori e artisti (come dimenticare Paul Gauguin e le sue celebri tele), imponendosi nell’immaginario collettivo come terre esotiche per definizione. Eppure è ancora possibile. Nei nostri viaggi, ciò che cerchiamo sempre di fare è assumerci la responsabilità di vivere e comportarci come le persone che ci ospitano, come le popolazioni autoctone. Mangiando cioè come loro, muovendosi per quanto possibile come loro, ascoltando le loro storie e soprattutto approfondendo situazioni e tradizioni che caratterizzano i luoghi.

Durante l’itinerario ci ha emozionato con forza la natura ospitata dagli arcipelaghi, ma soprattutto la conformazione che hanno assunto alcune delle isole. Da un punto di vista strettamente fotografico ci ha permesso di cogliere dei punti di vista particolari, con le nuvole basse che sembravano giocare con guglie rocciose alte centinaia di metri.

Un aspetto che sicuramente colpisce quando ci si trova a Tahiti, a Papeete o a Niku Hiva, è quella sensazione di trovarsi alla fine del mondo conosciuto, una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio. Probabilmente il fatto di trovarsi letteralmente agli antipodi rispetto all’Italia ha influito su questo senso di estraniamento, a tratti molto piacevole. Un altro elemento interessante da rilevare è la distanza che si frappone tra un gruppo di isole e l’altro. In tal senso i voli interni risultano una modalità di spostamento essenziale.

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Breve resoconto del viaggio:

Abbiamo iniziato il nostro viaggio a Raiatea, una delle isole principali delle Isole del Sottovento, dove abbiamo visitato il Taputapuatea Marae, un antico luogo sacro che è stato riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. Questo sito ci ha trasportato indietro nel tempo, facendoci respirare un’atmosfera dove la dimensione naturale, quella spirituale e quella prettamente umana si mescolano con disinvoltura.

Da Raiatea, ci siamo poi diretti verso Tahaa, famosa per la sua produzione di vaniglia, rum e perle nere. Qui abbiamo avuto l’opportunità di visitare una piantagione di vaniglia, assaporare il rum locale e osservare da vicino la coltivazione delle preziose perle nere, un simbolo della Polinesia. Ogni tappa è stata un’occasione per scoprire i sapori e le tradizioni locali che rendono queste isole così uniche.

Un’esperienza davvero memorabile è stata la navigazione a bordo di una Va’a, una canoa catamarano tradizionale polinesiana. Padroneggiata da un esperto locale, questa imbarcazione ci ha permesso di esplorare l’area in un modo autentico, godendo della tranquillità delle acque cristalline, popolate da una biodiversità estrema.

Il nostro viaggio ci ha poi portato alle Isole Marchesi, un luogo selvaggio e remoto dove abbiamo vissuto alcune delle esperienze più emozionanti. A Nuku Hiva, abbiamo raggiunto un punto panoramico da cui si possono osservare le balene che nuotano nelle acque circostanti. Durante queste tappe centrali abbiamo anche avuto modo di scorgere un piccione imperiale delle Marchesi; si tratta di una specie a rischio di estinzione di cui ad oggi esistono pochissimi esemplari.

Presso il villaggio di Hatiheu, invece, abbiamo incontrato Steve, un abitante locale che ci ha accompagnato in un tour a cavallo attraverso il paesaggio mozzafiato di Nuku Hiva. L’esperienza è diventata ancora più speciale quando, sotto un albero di circa 700 anni, ci ha dedicato una danza marchesiana. Un momento tra i più rappresentativi in assoluto.

Nel nostro viaggio attraverso l’isola di Anaho, siamo stati sorpresi dalla natura primordiale che caratterizza questo angolo di paradiso. Le imponenti montagne e la vegetazione lussureggiante ci hanno fatto sentire come se ci fossimo calati in un set cinematografico, con scenari che sembravano usciti direttamente da Jurassic Park.

Da menzionare senza ombra di dubbio anche Ua Pou, un’isola che abbiamo raggiunto grazie ad un aereo compatto (dotato di soli dieci posti a sedere), apprezzando il volo sopra panorami mozzafiato. Ua Pou ci ha accolto con le sue torri di roccia, che grazie alla luce vespertina si sono dipinte con colori incredibili, fondendosi con il cielo in maniera sorprendente. La storia narra che qui, al tempo dell’arrivo degli europei, tutti i clan locali fossero ancora riuniti sotto il comando un unico re, unicum dell’arcipelago.

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Il risultato di questa spedizione si è trasformato in una  sorpresa

Ebbene sì! A fine gennaio 2025 abbiamo avuto l’onore di inaugurare a Torino la prima mostra fotografica con scatti inediti di Luigi Chiurchi, intitolata: Le Isole di Tahiti – L’Anima Primordiale.

Le immagini esposte sono il frutto di questo itinerario, realizzato in collaborazione con Tahiti Tourisme, l’agenzia nazionale di promozione turistica della Polinesia Francese. Le fotografie cercano di catturare la magia e l’autenticità dell’arcipelago, tra paesaggi mozzafiato e momenti di vita locale, offrendo uno sguardo intimo e profondo su una delle destinazioni più affascinanti del pianeta.

Uno degli obiettivi principali degli scatti di Luigi è stato quello di mostrare il volto più autentico e selvaggio della Polinesia Francese, andando oltre le tradizionali immagini turistiche. Le scene esposte indagano luoghi poco conosciuti dell’arcipelago, tra cui le Isole Marchesi, catturando la bellezza incontaminata e il lato più genuino di queste terre lontane. Utilizzando le fotocamere Leica, Chiurchi è riuscito a fermare l’attimo in immagini che parlano di natura, cultura e vita quotidiana, lontane dai cliché e vicine alla realtà più autentica.

La mostra sarà visitabile fino al 31 marzo 2025 presso il Leica Store di Torino (Via Carlo Alberto 47).

Doveroso un ringraziamento a chi ha permesso a tutto questo di diventare realtà: a Tahiti Tourisme per il supporto organizzativo, a Leica Camera per le attrezzature fotografiche che ormai accompagnano tutte le nostre avventure migliori; ad Air Tahiti Nui, che con professionalità e grande disponibilità ci hanno supportato negli spostamenti e nella “ideazione” dell’itinerario.