Pakistan
Il 5 giugno 2021, la Giornata Mondiale sull’Ambiente è stata ospitata dal Pakistan.
L’appuntamento ha dato il via a un decennio fondamentale sotto il profilo delle iniziative legate al virtuosismo ambientale, che durerà fino al 2030 (anno individuato per il raggiungimento dei cosiddetti Global Development Goals, di cui già abbiamo parlato qui: https://www.tripinyourshoes.com/it/i-17-obiettivi-dellagenda-2030/).
Proprio il paese asiatico, a fronte di una delle peggiori situazioni al mondo sul piano della deforestazione, ha lanciato ormai da alcuni anni un piano ambizioso, denominato Ten Billion Tree Tsunami Programme.
È stato inaugurato nel 2019 dal Primo Ministro pachistano Imran Khan, personaggio piuttosto interessante nel panorama politico internazionale. Ex campione del mondo di cricket, star sportiva di Islamabad, persona asiatica dell’anno 2012 secondo l’Asia Society, nel 2018 è stato eletto premier del Pakistan, dopo oltre un ventennio di carriera politica attiva (nel 1996 aveva fondato il Movimento per la Giustizia, una formazione anti-sistema di stampo nazionalista).
Ebbene, questa proposta ha ricevuto il supporto dello United Nations Environment Programme (UNEP), e ha l’obiettivo di piantare circa dieci miliardi di piante sul territorio locale, generando un recupero massivo di terreni degradati. Si dà il caso infatti che nel periodo tra il 1999 e il 2019 l’intera fascia settentrionale del paese sia piombata in una emergenza ambientale.
Questa area, che comprende le due principali province (la Khyber Pakhtunkhwa e la F.A.T.A.), ha infatti subito il 90% della deforestazione pakistana[2], con perdite superiori ai 40mila ettari all’anno nel decennio 2000-2010.
Senz’altro l’aver ospitato l’ultima Giornata Mondiale sull’Ambiente può aver offerto ulteriore linfa alla strategia di medio periodo impostata da Islamabad. Lo slogan scelto dalle Nazioni Unite è: “Reimagine. Recreate. Restore.”, ponendo l’accento sul ripristino degli ecosistemi naturali.
Nel caso specifico, la piantumazione della mangrovia lungo i corsi fluviali vuole essere una delle colonne su cui poggiarsi per il rinverdimento del Pakistan, essendo un tipo di vegetazione che è sempre cresciuta in abbondanza lungo tutto il continente asiatico. Il suo ruolo come “guardiana delle foreste” è preponderante: pensate che senza di essa, il 39% in più della popolazione mondiale sarebbe annualmente a rischio alluvionale.[3] Makkio Yashiro, coordinatore regionale degli ecosistemi per l’UNEP, ha dichiarato che: “Le mangrovie sono uno strumento importante nella lotta ai cambiamenti climatici. Riducono il carbonio nell’atmosfera e hanno anche un senso finanziario. Il ripristino delle mangrovie è cinque volte più conveniente rispetto alla costruzione di “infrastrutture grigie”, come i muri contro le inondazioni, che non aiutano nemmeno con i cambiamenti climatici”.
La volontà istituzionale lungo tale direzione è sottesa anche a obiettivi geopolitici di soft power.
L’era dei Green Deal, delle campagne aziendali di green washing e della ricerca di sostenibilità è sotto gli occhi di tutti, dunque la speranza è che a questa si accompagnino risultati tangibili.
Uno degli effetti più positivi del Ten Billion Tree Tsunami Programme, aldilà dell’ambiente, potrebbe generarsi nel mondo del lavoro, con la creazione di oltre 5mila posti nel settore “verde”.
Secondo quanto dichiarato, questa immensa opera di rimboschimento potrebbe giungere a conclusione entro il 2023, aprendo nuove prospettive nel subcontinente indiano.