Identificazione
Il nibbio bruno è un rapace dai tratti piuttosto riconoscibili, in particolar modo in volo.
Gli individui sono di taglia media, 48-58 cm e l’apertura alare è abbastanza ampia, raggiunge infatti i 155 cm, mentre il minimo tocca i 130 cm. Inoltre la forma delle ali si distingue per la sua grandezza e struttura, leggermente arcuata in corrispondenza delle giunture carpali. Come per le altre specie del genere Milvus, la coda è l’elemento distintivo, che assume la forma di un trapezio quando aperta, mentre mostra una struttura a due punte nelle fasi di viraggio in volo.
Presenta una colorazione scura, sui toni del marrone, eccetto la testa che è più chiara. Si ha una leggera distinzione anche tra i giovani e gli adulti: i primi infatti hanno sempre una colorazione marrone, ma più chiara sulle penne primarie, mentre il muso mostra dei tratti di marrone scuro, occhi compresi.
Alimentazione e nidificazione
La specie frequenta diversi ambienti terrestri e lacustri, perciò la dieta varia di conseguenza. Si nutre prevalentemente di pesci, piccoli mammiferi, rettili e insetti, ma anche di uccelli acquatici di medie dimensioni.
La nidificazione avviene in primavera, tra aprile e giugno. Gli individui scelgono aree sicure e non esposte, come boschi misti di latifoglie (ma sempre nei pressi di aree aperte), dove depongono 2-3 uova. Queste rimangono in incubazione circa 30 giorni e per i piccoli l’involo avviene dopo 42 giorni dalla schiusa.
Distribuzione e habitat
Il nibbio bruno è una specie politipica a corologia paleoartico-paleotropicale australasiana. Questo significa che esistono alcune sottospecie di Milvus migrans e sono distribuite in aree geografiche comprese tra Europa, Asia, Africa e Australia.
Gli individui preferiscono zone boschive per i periodi di nidificazione, che però devono essere situate nelle vicinanze di zone più aperte, terrestri o acquatiche, utili all’alimentazione.
Milvus migrans è un rapace migratore ad ampia distribuzione: può nidificare a nord fino al 65° parallelo, per poi trascorrere l’inverno a sud, nell’Africa sub-sahariana. In realtà sono stati osservati alcuni individui svernare anche in aree mediterranee.
In Italia le popolazioni sono distribuite in modo frammentato: una distribuzione più uniforme si trova nei settori prealpini e alpini, e in Pianura Padana, sul versante tirrenico dell’Appennino centrale e meridionale; solo localizzate alcune popolazioni in Sicilia, mentre in Sardegna la specie è immigrata nel 1991. La stima delle coppie di individui tra il 1900 e il 2000 è stata di 700-1200 (BirdLife International 2004, Gustin et al. 2009), mentre nel 2006 ne sono state stimate circa 847-1138 (Allavena et al. 2006), quindi la tendenza della popolazione è definita ‘stabile’.
Conservazione
Le minacce principali sono rappresentate dalle uccisioni illegali e dalla riduzione degli habitat idonei alla nidificazione (habitat forestali anche di ridotte dimensioni, ma, caratterizzati da alberi maturi e basso disturbo antropico).
La specie in passato dipendeva in prevalenza dalla pastorizia, cibandosi prevalentemente di carcasse, mentre oggi si nutre per lo più in discariche a cielo aperto, la cui progressiva chiusura potrebbe avere un impatto negativo sulla popolazione nidificante.
Esiste dunque la possibilità che la popolazione italiana, rientri nel prossimo futuro nella categoria Vulnerabile (Vulnerable) secondo il criterio D1 (meno di 1000 individui maturi) e viene pertanto classificata come Quasi Minacciata (NT – Near Threatened) dalle Liste Rosse Italiane. Inoltre Milvus migrans è attualmente inserito nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (Direttiva 2009/147/CEE) ed è oggetto di tutela secondo l’Articolo 2 della Legge 157/92.