E per te, cosa significa camminare?
(Se mi chiedessero: “ come vorresti essere rappresentata?” risponderei “camminando”. )
Camminare è un gesto così intimo che per ognuno ha un significato diverso: provo a spiegarti cosa significhi per me.
Quando sto seduta su una sedia per più di un’ora mi prende una specie di formicolio alle gambe, stiracchio la schiena, guardo fuori dalla finestra e camminare è tutto quello che mi manca. Ti dicevo che il modo in cui vorrei essere rappresentata è, appunto, camminando.
Perché camminare è muoversi, è essere in viaggio verso qualcosa. Camminare è quando decidi di alzare il culo dal divano e di andare a scoprire qualcosa in un modo che non sarà facile; richiederà fatica, ma avrà tutto un altro sapore.
Viaggiare a piedi è l’unico modo per non rimanere bloccati da fattori esterni: non si possono forare le gomme, non si possono consumare le pasticche dei freni, non possono finire le rotaie e non può esaurirsi il combustibile (più o meno). Sei solo tu con le tue gambe, un po’ più stanche chilometro dopo chilometro.
E per quanto tu sia allenato, i tuoi passi sono lenti. Così lenti che ti tocca stare a guardare lo stesso panorama per un bel po’, e ogni volta che lo guardi ci trovi qualcosa di diverso che non avevi notato all’occhiata prima. Alla fine ci entri dentro, a quel posto, dopo averlo visto per ore e ore uguale a se stesso, o forse è lui che entra dentro di te e comincia a far parte di quello che sei.
Se viaggi a piedi devi scegliere bene dove andare e dove non andare, perché arrivarci ti costerà fatica e non sarà facile come impostare il navigatore e premere sull’acceleratore.
Magari sei solo e inizi a parlare con il primo sconosciuto che ti capita a tiro, e nasce quella che diventerà l’amicizia più bella della tua vita. L’amore della tua vita.
Magari c’è qualcuno accanto a te, e allora ti giri e fai due parole, poi ti viene il fiatone. Quando cammini misuri le parole, non parli per dar aria ai denti, non puoi dire tutto quello che ti pare.
E pensi, anche. Pensi perché sei costretto a stare in silenzio, o al contrario i passi ti svuotano il cervello e riesci finalmente a mettere a tacere tutte le voci che ti affollano il cervello.
Camminare è qualcosa che ti costringe a uscire da quello che consideri confortevole. Non ci sono sconti, non c’è l’assicurazione sul meteo, non c’è spazio nello zaino per cose superflue. Se ti chiedi quali sono le cose essenziali, basta camminare qualche chilometro per capirlo: inizierai a lasciare oggetti per strada e quello che rimane è tutto ciò che serve.
Sei alla tua dimensione più elementare: tra un po’ il telefono si scarica, viene buio, si alza la nebbia. Te la caverai anche senza tutte queste comodità, perché i tuoi antenati non ce le avevano, eppure sei qui.
Poi tornerai a casa, che sia dopo tre ore, tre giorni o tre mesi. O addirittura tre anni. Tornerai e ricomincerai a vedere la strada fuori dal finestrino della tua macchina: penserai che è lunga, penserai a come sarebbe faticoso, e come sarebbe bello, farla a piedi.
Il gesto del camminare rappresenta quello che cerco di essere e quello che vorrei diventare: una che non si arrende alle alternative facili e che ha il coraggio di guardare in faccia i luoghi e le persone che ha davanti.
Ho cercato di spiegartelo meglio che ho potuto, non so se ci sono riuscita. E per te, cosa significa camminare?