Hortus Italiae. Tre itinerari ad anello sul Monte Baldo, fra paesaggi “naturali” e “militari”.
Il sistema montuoso del Baldo si estende a cavallo fra la Provincia di Verona e quella di Trento per circa 40 Km in direzione nord-est/sud-ovest. È delimitato a est dalla Valle dell’Adige, più precisamente dal tronco di valle denominato Vallagarina, e a nord dalla Valle di Loppio che separa dal gruppo del Monte Stivo; mentre a ovest si distende il Lago di Garda che delimita la sponda occidentale e meridionale del Baldo. Questo territorio è appartenuto storicamente a diverse potenze europee, latine e germaniche, che ne hanno influenzato nel corso dei secoli la cultura e il paesaggio: dai Romani agli Asburgico, passando per la Repubblica di Venezia, fino all’attuale suddivisione fra Veneto e Trentino. Tutti questi fattori ne hanno fatto un territorio “di cerniera” fra cultura latina e germanica, fra pianura e montagna e fra ambiente urbano e rurale.
La notorietà del Monte Baldo è dovuta principalmente alla botanica e alla geologia, in particolare alla diffusa presenza di fossili. Già nel Cinquecento gli “erbari”, precursori o padri fondatori della botanica, iniziarono a studiare e rappresentare la flora con particolare interesse verso le piante officinali, fondamentali per ottenere farmaci. Il Baldo iniziò ad essere visitato in maniera sempre più frequente nell’Ottocento da studiosi provenienti soprattutto dal nord dell’Impero Asburgico e dal Veneto. Sul finire del secolo la botanica e la visione dai fondovalle dei monti, finora considerati luoghi maledetti, passarono in secondo piano, o meglio, vennero affiancati dalla moda lanciata dai britannici delle imprese alpinistiche per apprezzare i panorami mozzafiato tipici delle vette alpine. Tra i primi a compiere queste escursioni, nella seconda metà dell’Ottocento, vi fu l’irlandese John Ball, autore di una delle guide delle Alpi più celebri della storia dell’escursionismo, che tocca anche il Monte Baldo.