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La Strategia Forestale Nazionale:

Come saranno le foreste italiane nel 2042?

Immaginate una mattina di agosto, siete in Piazza Duomo a Milano, il punto di partenza di un trekking di dodici giorni che vi porterà fino alle coste liguri. È una mattina molto calda, il sole è impietoso e già alle prime luci inizia a far salire le temperature; ma per fortuna siete protetti dall’ombra dei numerosi alberi presenti nelle strade e nei viali che vi portano fino ai margini della città. Qui gli edifici finiscono e vi trovate circondati solo dal verde, il vostro cammino segue un lungo corridoio ecologico che collega Milano con l’Appennino, passando per Pavia, il Ticino ed il grande fiume Po; lungo il vostro percorso attraversate boschi di pianura, campi circondati da siepi, filari e piantagioni per la produzione di legno. Siete circondati dalla vita, intorno a voi gli uccelli cinguettano, le farfalle svolazzano, vedete un daino in lontananza nel mezzo di una radura, ma, allarmato dalla vostra presenza, corre vie in mezzo agli alberi. Fate ancora qualche passo finché sul sentiero non vedete delle impronte, le riconoscete subito, il lupo è tornato anche qui, pochi chilometri fuori Milano.

Sono passati undici giorni, durante i quali la pianura ha lasciato il posto alle colline dell’Oltrepò e da lì ai monti dell’Appenino e gli alberi del corridoio verde non vi hanno mai abbandonato, continuando a proteggervi dalle calde giornate estive. State attraversando foreste vetuste e monumentali di faggi e castagni, le vostre narici sono riempite dall’odore dei funghi e del muschio, gli alberi sono immensi, secolari, ed il sentiero è stretto, ma ben segnalato. Ad un certo punto la foresta si apre e avvistate un borgo, molte finestre sono aperte e le case abitate. Il sentiero confluisce in una strada forestale in ghiaia, si vede che è stata realizzata di recente. Lungo la strada incontrate due giovani e vi fermate a chiacchierare, uno dei due è nato a Milano, ma, stanco della vita in città, ha deciso di tornare nella casa lasciatagli dai suoi nonni in paese. Entrambi lavorano come operatori forestali, vi raccontano che molti nel villaggio lavorano nel settore forestale, grazie alla costruzione di una nuova segheria che ha permesso lo sviluppo di una filiera locale del legno ed ha favorito lo sviluppo della zona.

Salutate i due ragazzi e vi incamminate verso la meta finale della giornata, il Monte Zatta, e dalla sua cima avvistate finalmente il mare; dove vi immergerete il giorno successivo. Dopo dodici giorni di viaggio e più di duecento chilometri siete arrivati alla Baia del Silenzio di Sestri Levante. Vi tuffate nel mare e ripensate al vostro percorso. Siete soddisfatti e anche molto stupiti, avete attraversato paesaggi e luoghi da sogno, ma solo venti anni prima, seguendo la stessa rotta, avreste attraversato prima un torrido deserto agricolo e poi un’area montana spopolata ed economicamente depressa.

Avrete capito cari lettori che questo gioco di fantasia non è ambientato nel presente, ma nel futuro. Nel 2042 per essere precisi e ciò che vi ho descritto sono solo alcuni degli obbiettivi che la Strategia Forestale Nazionale vuole raggiungere entro questa data.

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La Strategia Forestale Nazionale

 

La strategia forestale nazionale è un documento di circa 70 pagine in cui si delineano gli obiettivi e le azioni che determineranno l’aspetto delle foreste italiane nel 2042. Come si legge all’inizio della Strategia:

 

“La sua missione sarà di portare il Paese ad avere foreste estese e
resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di
mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici
ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per
i cittadini di oggi e per le prossime generazioni.”
(Strategia Forestale Nazionale, Pag.4)

 

Capiamo bene a questo punto l’importanza di questo documento e l’impatto che avrà non solo sulle nostre foreste (che costituiscono oltre un terzo del territorio italiano), ma sulla vita di tutti noi.
Il lavoro per la realizzazione di questo documento è stato titanico. Il documento è stato redatto da più di quaranta persone, dipendenti del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, del ministero della transizione ecologica, del ministero della cultura, ricercatori, rappresentanti delle regioni e di tutti gli altri portatori di interesse, come l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) o Federlegno Arredo.

Questo gruppo di lavoro ha iniziato a riunirsi nell’Aprile del 2019 ed ha approvato il documento finale nel giugno del 2021. Nel mezzo ci sono stati tre momenti pubblici, sette webinar su scala nazionale, la pubblicazione di una prima bozza e la creazione di una piattaforma per i portatori di interesse. Tutto questo per poter coinvolgere quanti più cittadini ed interessi possibili all’interno del documento e fare in modo che tutti fossero ascoltati. Infine, dopo l’approvazione tecnica è arrivata quella istituzionale, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 9 febbraio 2022.

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Gli obiettivi della Strategia

 

La Strategia Forestale Nazionale, si pone tre grandi obiettivi:

 

  1. “Favorire la GFS [gestione forestale sostenibile] e il ruolo multifunzionale delle foreste, per garantire, a scala nazionale, ecoregionale, regionale e locale, la fornitura equilibrata di beni e Servizi ecosistemici la fornitura costante e continua di tutti i Servizi ecosistemici.”;
  2. “Migliorare l’efficienza nell’impiego delle risorse, ottimizzando il contributo multifunzionale delle foreste allo sviluppo della bioeconomia e delle economie forestali e delle aree rurali e interne del Paese, promuovendo inoltre l’espansione e la valorizzazione delle foreste nei contesti urbani e suburbani per migliorare il benessere e la qualità ambientale.”
  3. “Monitorare e sviluppare una conoscenza multidisciplinare e una responsabilità globale nella tutela delle foreste, anche attraverso la ricerca scientifica multidisciplinare, l’assistenza tecnica, la formazione professionale e la promozione dei prodotti forestali e di pratiche, produzioni e consumi sostenibili.” (Strategia Forestale Nazionale, Pag.32)

Per ognuno dei tre obiettivi sono state delineate delle azioni operative, ovvero una lista “di cose da fare” per raggiungere i tre obiettivi entro il 2042. A queste si affiancano le azioni specifiche e le azioni strumentali. Le azioni specifiche riguardano specifici ambiti, come gli eventi estremi o le foreste urbane. Le azioni strumentali infine sono necessarie per realizzare le azioni operative e specifiche, vanno infatti a riorganizzare le istituzioni statali per permettere l’attuarsi della strategia.

Vediamo nel dettaglio alcune di queste azioni e soffermiamoci su alcune di loro che permetteranno al nostro gioco d’immaginazione all’inizio dell’articolo di diventare realtà. All’inizio del nostro viaggio siamo partiti da una Milano molto più verde di quanto non sia oggi, e questo sarà possibile grazie all’azione specifica 6 – Alberi e foreste urbane e periurbane. Al suo interno si legge infatti:

 

“La SFN [Strategia Forestale Nazionale] riconosce le foreste urbane e periurbane
quali infrastrutture verdi in grado di fornire importanti Servizi ecosistemici e migliorare la qualità dellavita in ambito urbano attraverso la rimozione di contaminanti (dal suolo e dall’aria), la creazione dibarriere e fasce tampone a siti potenzialmente sorgenti di contaminazione, la regolazione dellatemperatura locale (vd. il contenimento dell’effetto isola di calore urbana – Urban Heat Island), lamigliore regolazione dei flussi idrici superficiali e la fornitura di benefici ricreativi, estetici e spirituali per il benessere psico-fisico dei cittadini.”
(Strategia Forestale Nazionale Allegato 1, Azione Specifica 6, Pag.56)

 

Ma la SFN non riconosce solo l’importanza delle foreste urbane e periurbane, ma, grazie ad una serie di sotto-azioni promette di pianificare dei viali alberati che diventino dei veri e propri “parchi lineari”, non solo con funzioni estetiche e ricreative, ma che svolgano anche la funzione di corridoi ecologici per collegare le aree verdi delle città. La Strategia si impegna inoltre a migliorare la qualità, l’estensione e la connettività delle foreste urbane e delle infrastrutture verdi, con un’equa distribuzione tra le diverse aree della città.

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Lasciata Milano abbiamo attraversato la Pianura Padana, ma al posto di un deserto coltivato a Mais e Riso, abbiamo seguito un corridoio ecologico. Questo sarà possibile grazie all’azione operativa A.7 – Gestione dei rimboschimenti. La quale pone una grande enfasi sulle attività di rimboschimento nelle aree di pianura coltivate intensivamente e nella creazione di corridoi ecologici che permettano di connettere i diversi ecosistemi. Questo non vuol dire che non coltiveremo più niente in pianura, ma cercheremo di farlo con un occhio più attento all’ecologia. L’Azione Specifica 9 – Agroselvicoltura, sistemi agroforestali e sughericoltura, afferma infatti:

“L’agroselvicoltura oltre a perseguire l’intensificazione sostenibile, determina molteplici e strategici benefici ambientali: l’assorbimento del carbonio atmosferico, e quindi la mitigazione della crisi climatica, la protezione del suolo dall’erosione dell’acqua e del vento, la perdita di sostanza organica e fertilità del suolo, ed infine, la conservazione della biodiversità.” (Strategia Forestale Nazionale Allegato 1, Azione Specifica 9, Pag.63)

Con agroselvicoltura si intende una consociazione tra specie arboree e/o arbustive e colture agrarie ed è ciò che gli agricoltori hanno fatto per secoli, grazie ad una serie di sistemi tradizionali. Come il bosco da pascolo, i prati-pascoli arborati, i filari frangivento, le siepi arbustive ed arboree lungo i bordi dei campi, i seminativi arborati o il pascolo nei frutteti. Con una serie di sotto-azioni l’Azione Specifica 9 si propone di ricreare questi sistemi tradizionali scomparsi sul nostro territorio e di crearne di nuovi, come l’alley-cropping (filari di specie arboree, ad alto fusto o ceduo, alternate a fasce a seminativo).

Dalla pianura ci siamo spostati sull’Appenino, un territorio oggi spopolato e con poche opportunità economiche e lavorative. Ma la Strategia vuole cambiare tutto questo, il suo secondo obiettivo; infatti, è per buona parte incentrato sullo sviluppo ed il recupero di queste aree.

L’Azione Operativa B.3 – Filiere forestali locali, promuove le formazioni di filiere forestali nei territori interni, immaginando un utilizzo a cascata del legno. La strategia vuole promuovere un futuro in cui la comunità possa ricavare dalla foresta legname per l’artigianato e per l’industria, ed in cui possano usare il loro legno come fonte di energia e riscaldamento. Ma non solo, questa azione vuole favorire anche la produzione dei prodotti forestali spontanei. Ovvero tutti i prodotti di origine biologica, ad uso alimentare e non, derivati dalla foresta o da altri terreni boscati e da singoli alberi, come ad esempio funghi, tartufi, castagne, sughero, pinoli, frutti di bosco, resine, aromi, medicinali e così via. Tutto questo con lo scopo di sviluppare le aree interne, creare posti di lavoro e ripopolare le zone più remote del nostro paese.

Le SFN ed il cambiamento climatico

 

Un elemento sorprendente della Strategia Forestale Nazionale, è che non solo riconosce l’attuale crisi climatica ma pone una grandissima enfasi sull’adattamento e sulla lotta ad essa. Tutto ciò è veramente fondamentale, gli alberi sono delle vere e proprie spugne che sottraggono il Carbonio dall’atmosfera e di conseguenza sono alleati preziosi nella lotta al cambiamento climatico.

L’intera Azione Operativa A.6 è incentrata sulla mitigazione e sull’adattamento al cambiamento climatico. Qui la strategia si divide in due sottoazioni, la prima è incentrata sulla riduzione degli impatti negativi del cambiamento climatico a carico delle foreste e dei settori socioeconomici ad esse collegati, al suo interno si legge infatti:

La SFN propone quindi azioni volte non solo alla mitigazione dei cambiamenti climatici tramite attività forestali, ma la capacità di adattamento del patrimonio forestale al fine di garantire ecosistemi forestali sani e vitali, che mantengono la biodiversità, le funzioni protettive, produttive e gli altri Servizi ecosistemici.” (Strategia Forestale Nazionale Allegato 1, Azione Operativa A.6, Pag.18)

Tutto ciò è molto importante, la crisi climatiche mette a serio rischio infatti le nostre foreste, ed ora più che mai abbiamo bisogno di loro. Abbiamo bisogno che continuino a proteggere la biodiversità del nostro paese, che continuino a proteggerci da frane e alluvioni e che continuino a sottrarre carbonio dall’atmosfera. Per proteggere le nostre foreste la Strategia propone in primo luogo di studiare il cambiamento climatico ed i suoi effetti sulle nostre foreste, propone anche di favorire la partecipazione e condividere le informazioni con tutti i portatori di interesse, dai ricercatori, alle compagnie di taglio, ai singoli cittadini. Propone inoltre l’applicazione di una serie di pratiche selvicolturali che, nonostante possano essere economicamente svantaggiose, permettono di aumentare la diversità forestale, favorire dinamiche naturali e migliorare le capacità di resistenza e resilienza dei popolamenti forestali ai cambiamenti climatici. Infine, propone di realizzare un “Piano di Rischio delle foreste” per sapere quali sono i boschi più a rischio e dove bisogna intervenire con maggiore urgenza.

La seconda sotto azione invece è incentrata sulla tutela della sicurezza, della salute e del benessere pubblico e sulla protezione dei beni della società e dei cittadini. La SFN intende fare ciò sensibilizzando ed informando la popolazione sui possibili pericoli causati dai cambiamenti climatici, ed intende inoltre informare la popolazione sui possibili impatti dei cambiamenti climatici sulle attività, sulla sicurezza, sulla salute e, in generale, sui nostri stili e scelte di vita che possono avere un impatto negativo e globale a livello ambientale e sul patrimonio forestale, favorendo in questo modo stili di vita responsabili.

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Criticità

 

Personalmente ho individuato, due grandi criticità della Strategia Forestale Nazionale: la prima è rappresentata dalla mancanza di obbiettivi quantificabili ed il secondo, come sempre, sono i soldi.

La Strategia Forestale Nazionale sembra una letterina dei desideri per Babbo Natale, le azioni elencate al suo interno, infatti, per la maggior parte non sono accompagnate da obbiettivi quantificabili da raggiungere.

Ad esempio, l’Azione specifica 6, di cui abbiamo parlato in precedenza, e che si occupa delle foreste urbane e periurbane, non si pone obbiettivi quali “entro il 2030 dovranno essere piantati tre milioni di alberi in tutte le principali città italiane”, ma si limita a dire che l’azione dovrà essere completata nel “breve periodo”. Di tutte le azioni da noi citate in quest’articolo, solo l’azione specifica 9 presenta degli obiettivi quantificabili. Per quanto riguarda l’Agroselvicoltura e sistemi agroforestali, la Strategia vuole aumentare del 15% la superficie degli impianti entro il 2025, rispetto ai dati del 2005. Ma questa è un’eccezione, come abbiamo detto la maggior parte degli obiettivi non è quantificabile e questo costituisce un rischio, senza target quantificabili è infatti difficile sapere se i risultati che verranno ottenuti dalla Strategia saranno sufficienti o meno.

Bisogna però spezzare una lancia in favore di chi ha scritto il documento, stabilire degli obiettivi quantificabili è estremamente difficile, soprattutto se consideriamo l’incredibile mancanza di dati relative alle nostre foreste. Noi sappiamo pochissimo dei nostri boschi e per risolvere questo la Strategia propone infatti numerose azioni per raccogliere dati, speriamo dunque che in futuro si possano fissare degli obiettivi più specifici e meno vaghi.

Parlando di soldi, la legge di bilancio del 30 dicembre 2021, un fondo con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032. Questa è una grandissima quantità di denaro, una quantità di soldi mai vista nel settore forestale, ma basteranno? Realizzare tutte le azioni previste dalla strategia sarà sicuramente costoso, ma stimare esattamente quanto è difficile, soprattutto a causa della mancanza di obiettivi quantitativi.

 

Conclusioni

 

La Strategia Forestale Nazionale è un documento incredibile. Frutto di tre anni di lavoro a mio parere è riuscito ad individuare tutti i punti di forza, di debolezza, le opportunità ed i rischi legati alle foreste italiane. Proponendo una serie di azioni che permetteranno agli italiani di sfruttare al meglio le nostre foreste, ricavandone benefici per la nostra economia, la nostra società, la nostra salute ed il nostro benessere; il tutto con un occhio molto attento alla sostenibilità ed alla lotta al cambiamento climatico. Speriamo che la Strategia riesca a realizzare i suoi obiettivi e di poter realizzare quello splendido viaggio immaginario da Milano a Sestri Levante.