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Tra Capitali Verdi e Green Leaf Award

Hai mai sentito parlare delle Capitali Verdi del Vecchio continente?
E del Green Leaf Award?
Perché alcune città europee ogni anno vengono indicate come “ambasciatrici” della sostenibilità?

Oggi proviamo a rispondere a queste domande.

Nel 2006, durante un incontro a Tallin, in Estonia, l’allora sindaco Juri Ratas ospitò un incontro insieme ai rappresentanti di altri quindici centri urbani d’Europa. Il focus verteva sulla necessità di creare un sistema premiante nei confronti dei promotori della sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale.
Dopo quell’importante appuntamento, è stato quindi lanciato l’European Green Capital Award (EGCA), che dal 2010 individua le città con più di centomila abitanti che si distinguono per la virtuosità delle loro politiche locali. Tale iniziativa è sostenuta direttamente della Commissione Europea.
Negli ultimi dieci anni sono stati applauditi pesi massimi come Stoccolma, Oslo e Lisbona, ma anche luoghi meno conosciuti, quali Nantes, Bristol e Nimega.

Si badi bene, ci sono diversi indicatori che vengono monitorati e che devono essere rispettati per poter ambire a tale traguardo, quali la qualità dell’aria, gli investimenti nel campo energetico e la mobilità. Ma soprattutto, si tiene conto della concretezza delle azioni messe in campo, in linea con una strategia di sviluppo generale.

Facciamo un esempio: la vincitrice del 2021 è stata Lahti, che si trova in Finlandia.
Essa ha impostato un percorso che punta a raggiungere la carbon neutrality entro il 2025, dieci anni prima dell’obiettivo nazionale e venticinque anni prima di quello dell’Unione Europea, fissato per il 2050. Tale aspetto ha senz’altro contribuito alla sua nomina da parte della giuria.

Lahtiii
Lahti

Green Leaf Award

Nel 2015, accanto al concetto di Capitali Verdi, si è voluta allargare la prospettiva anche alle piccole-medie città continentali. Da qui ha preso vita il Green Leaf Award, riservato ai centri urbani con una popolazione compresa tra le 20.000 e le 100.000 unità.

Questa decisione consente la presa di responsabilità da parte di tutte quelle comunità che non rientrano nella categoria della grande urbanizzazione, permettendo dunque a realtà più piccole di vedersi riconoscere come modelli da seguire.

È il caso di Mollet del Vallès, comune catalano di 52mila anime, oppure di Limerick, cittadina situata a sud dell’Irlanda, o ancora di Gabrovo in Bulgaria.
Ma c’è un ulteriore notizia: quest’anno, per la prima volta in assoluto, vi è anche una città italiana tra le candidate alla vittoria finale. Si tratta di Treviso.

Dal cuore del Veneto, giunge così una risposta confortante da parte di una delle zone più colpite dal covid-19. Grazie ad una visione lungimirante, in cui cittadinanza, imprese e istituzioni agiscono di concerto, la comunità locale potrebbe essere gratificata tra un paio di mesi.
Il prossimo 8 e 9 settembre infatti, presso Lehti, si assisterà all’annuncio ufficiale.
A rimanere in corsa oggi sono Bistrita (Romania), Elsinore (Danimarca), Gava (Spagna), Valongo (Portogallo) e Winterswijk (Olanda).

Tra le voci che ricevono attenzione ai fini della classificazione: cambiamento e performance energetica; rifiuti ed economia circolare; acqua; natura; biodiversità e uso sostenibile della terra; qualità dell’aria e mobilità.
In palio, oltre a 200.000 euro da reinvestire nel processo di transizione verde, anche il prestigioso ruolo di “ambasciatrice” sostenibile per l’Europa. Uno degli obiettivi principali infatti è attivare un meccanismo di emulazione positiva, tale per cui le singole comunità possano aspirare tutte insieme ad obiettivi condivisi, fondati su uno sviluppo dell’Europa meno impattante per l’ambiente e per la popolazione.

Dita incrociate dunque, con la speranza che a breve l’Italia possa vantare di avere la sua prima Foglia Verde. E che diventi un albero soprattutto, chi si accontenta nel campo della sostenibilità non va da nessuna parte.

Stoccolma
Trevissssssooo

 

Pietro Buatier