NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
Nell’epoca dei centri commerciali, aspirare all’autosufficienza sembra una cosa fuori dal mondo, che appartiene al passato. Sottrarsi a dipendenze sbagliate, stare più a contatto con la natura ed essere più sostenibili: sono motivazioni sufficienti a giustificare la fatica di prodursi il proprio cibo da sé?
Mio fratello pensa di sì.
Un anno fa ci siamo trasferiti in campagna, e qui ha avuto inizio il percorso della mia famiglia verso la lontana – irraggiungibile forse?- meta dell’autosufficienza. Da qualcosa bisognerà pur iniziare, no?
Il primo passo è stato il pollaio.
Tutto avviene con lentezza, i tempi naturali vanno assecondati: si mettono le uova in incubatrice, queste si schiudono, escono i pulcini, crescono, diventano galline, iniziano a produrre uova. Nel frattempo sono passati mesi, ci affezioniamo agli animali e diamo loro nomi.
Più di qualche pulcino però è maschio, sono troppi e superflui alla vita del pollaio: arriva il momento di ucciderne alcuni. D. impara come si fa guardando video su YouTube, poi non gli resta che provarci: il percorso di un pollo dal prato alla teglia è costellato di dettagli macabri e spennamenti. A qualcuno tocca pulire l’animale, e poi non lo riesce a mangiare tanto a cuor leggero. In famiglia allora fioriscono discorsi: è giusto mangiare un pollo se non si è in grado di farlo dopo averlo ucciso?
Forse dovremmo smetterla, diventare tutti vegetariani, imparare metodi naturali per evitare che si schiudano uova con pulcini maschi. In alternativa si potrebbero allevare solo femmine, però sembra un po’ di tradire la natura e volerla addomesticare ai propri comodi. Giriamo in tondo e non prendiamo ancora una decisione.